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Crohn, Malattia di.

(dal nome del medico statunitense B. Crohn). Med. - Infiammazione cronica dell'intestino (ileo e/o colon), detta anche enterite regionale o ileite regionale. Spesso sono presenti anche granulomi nella tonaca sottomucosa e nei follicoli linfatici, peritoniti saccate, ascessi, fistole. Si manifesta con dolori addominali, diarrea, febbre, edemi, alterazioni cutanee, renali, epatobiliari. Può manifestarsi in tutti i tratti del tubo digerente, anche se di solito colpisce l'ultimo segmento dell'intestino tenue (ileo terminale) e non intacca il retto; provoca ispessimento e rigidità della parete del tratto interessato, accompagnati da ulcere parallele al maggior asse intestinale e stenosi (restringimenti) del lume. La si riscontra con maggiore frequenza negli individui di sesso maschile di età compresa tra i 10 e i 25 anni. Le cause che la determinano sono ancora sconosciute: si è pensato a una predisposizione costituzionale ereditaria, all'azione di microorganismi (virus), ad alterazioni della risposta immunitaria, a coloranti e conservanti tossici contenuti negli alimenti. La diagnosi avviene attraverso l'esame radiologico dell'apparato digerente, l'esame del colon mediante clisma opaco e la biopsia intestinale in endoscopia. La terapia può essere medica, a base di salazopirina, immunosoppressori, corticosteroidi, o chirurgica (nei casi più complessi).